A lezione di…Sicurezza Informatica
Articolo pubblicato su "Il Quotidiano del Molise" del 19-09-2016
Articolo pubblicato su "www.isernianews.it" il 21-09-2016
(Per una scuola 3.0)
Approfittiamo dell’inizio del nuovo anno scolastico per condividere con voi alcune nostre riflessioni sul “mondo” della Scuola. Come azienda che opera nell’ambito dell’Information Technology, cerchiamo di capire quale ruolo, oggi, ha o, meglio, dovrebbe e potrebbe avere la Scuola nel preparare i futuri professionisti. Ci interroghiamo sull’utilità delle materie insegnate e sul riscontro pratico che esse hanno nella realtà lavorativa di tutti i giorni.
Nel corso del tempo, si sono succedute diverse riforme scolastiche e ci chiediamo se esse siano riuscite davvero a creare un’offerta formativa interessante, completa, aggiornata e in linea con l’evoluzione tecnologica che sta ancora interessando la società moderna. Siamo sicuri che un diplomato o un laureato sia capace di svolgere, seppur con una limitata autonomia, una qualsiasi attività lavorativa? Costui è in grado di utilizzare le strumentazioni di un ufficio o di una azienda? Di adattarsi ai suoi ritmi e ai suoi orari?
La Scuola Italiana ha, da diverso tempo, avviato progetti di “Alternanza Scuola-Lavoro”, ma si tratta di progetti da svolgere al di fuori dell’orario scolastico preferendo, di fatto, il tradizionale insegnamento nozionistico in aula! In altre parti d’Europa, invece, queste prime esperienze lavorative avvengono durante l’orario di lezione e l’azienda partecipa fattivamente alla valutazione di un alunno! Il sistema scolastico italiano stenta ad aggiornare i tradizionali insegnamenti – molti dei quali diventati totalmente “anacronistici”, se si considerano le figure professionali richieste dalle aziende – e non sembra affatto voler integrare le “vecchie” materie con nuove discipline la cui importanza sta diventando sempre più ovvia.
La Sicurezza Informatica è tra queste e, per la sua “trasversalità” andrebbe studiata in ogni scuola, di ogni ordine e grado. La sua importanza deriva da un diffuso utilizzo di tecnologie digitali, dal preoccupante dilagare di un analfabetismo di tipo informatico e, soprattutto, da una inarrestabile crescita di aggressioni infotelematiche. Per insegnare una simile materia, in continuo e rapido cambiamento, è necessario compiere un particolare percorso formativo. È impensabile, pertanto, utilizzare docenti “interni”, che insegnano materie “affini” (come l’informatica), anche per questo tipo di istruzione.
L’insegnamento della Sicurezza Informatica richiede professionisti che operano nel suo particolare campo; del personale che può essere individuato o in ambito universitario, soprattutto nei poli di ricerca, o nelle aziende che si occupano di risolvere problematiche di questo tipo. L’evoluzione tecnologica ha generato anche nuove figure professionali, altamente specializzate che andrebbero valorizzate con appositi corsi di studio.
La Scuola, che dovrebbe anche “orientare” verso una professione, tenendo conto delle personali potenzialità, capacità ed inclinazioni di un alunno, sembra non prendere in seria considerazione le figure professionali moderne, come il “Lean Manager”, “l’E-commerce manager”, lo “Chief Technology Officer”, “l’Export Manager” e il “Proposal Engineer” (solo per fare qualche esempio). La stessa cosa accade per le figure professionali che operano nel campo della Sicurezza Informatica: professionisti come “l’ITC Security Manager”, il “Digital Audit” e il “Digital Forenser” continuano ad essere dei perfetti sconosciuti per la maggior parte degli Istituti scolastici!
Secondo il nostro modesto parere, la Scuola dovrebbe essere costantemente attenta alle evoluzioni che si verificano nella società e, in particolar modo, nel mondo del lavoro. La Scuola dovrebbe creare un “ponte”, una costante collaborazione con le aziende presenti sul territorio; aprire le sue aule ai manager, ai tecnici, insomma, a coloro che potrebbero insegnare ai suoi alunni materie nuove, interessanti e, soprattutto, in grado di garantire immediatamente un futuro professionale alle nuove generazioni. Noi dell’I-Forensics Team crediamo fortemente in questa “rivoluzione” e speriamo che quanto scritto in questo articolo non rimanga lettera morta, ma venga recepito dal maggior numero possibile di professori e dirigenti scolastici. Buon anno e buon lavoro!
I-Forensics Team
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