Una “gita” in Tribunale
Articolo pubblicato su "Il Quotidiano del Molise" del 18-04-2017
Articolo pubblicato su "www.isernianews.it" il 15-04-2017
(…dal diario di Alba)
Caro diario, anche oggi sto in Tribunale. Non è che mi vada particolarmente, ma se voglio diventare avvocato, devo completare il mio tirocinio e partecipare alle udienze. Questa volta, però, è stato diverso! C’è sempre un’aula, ma invece di un processo, si sta per svolgere un convegno; invece di un giudice, a parlare c’è un altro; e al posto dell’imputato, ci siamo noi! Già, proprio noi, con le nostre convinzioni, con le nostre presunzioni; sempre convinti di sapere tutto. Attorno a me tanti giovani avvocati, tanti tirocinanti, perfino semplici curiosi. La moderatrice ci invita a prendere posto. Iniziamo! “Benvenuti!” - esordisce - “quest’oggi prenderemo consapevolezza di una verità piuttosto amara: in rete, il male vince sul bene in modo schiacciante perché dietro una tastiera è più facile occultare la propria identità! Come se non bastasse, non riusciamo a percepire i pericoli che si annidano in Internet…”.
Inizio a domandarmi: se quello che dice è vero, le autorità preposte a difenderci, sono preparate a far fronte a questi nuovi pericoli? In fondo, chi ci protegge sono sempre delle persone! Hanno costoro la consapevolezza dei rischi che si celano anche dietro le più semplici operazioni digitali? La parola passa, adesso, al relatore: “Ogni crimine si sta gradualmente trasformando e adeguandosi alla rete. Le “vecchie” truffe non si sono estinte, ma sono semplicemente diventate telematiche e mietono ogni giorno un numero enorme di vittime!”.
Rimaniamo tutti di sasso, soprattutto quando ci spiega che ogni studio professionale, ogni azienda, ogni ufficio, è fortemente a rischio, inclusi i tribunali, contro i quali, i crimini digitali si sono duplicati negli ultimi due anni. Ci prende lo sconforto: anche i nostri computer, proprio quelli che noi usiamo per chattare, per vederci l’ultimo film uscito al cinema o per sognare sulla foto di Johnny Depp, possono essere il bersaglio di criminali informatici incalliti e senza alcun (apparente!) motivo, nonostante l’antivirus istallato. Se solo avessi pensato a tutto questo, oggi me ne sarei rimasta a casa! Comprendiamo, poi, che non sono in pericolo solo i nostri dati, ma anche noi stessi: ad esempio, un selfie fatto in ufficio o tra le mura domestiche, dà tante di quelle importanti informazioni a chi è intenzionato a farci del male. Solo adesso capisco quanto ho sbagliato e quanta superficialità ho messo nell’utilizzare il mio telefono e il mio computer; ho trasferito buona parte dei miei dati personali sul cloud e senza pensare lontanamente alla possibilità che terzi non autorizzati vi potessero accedere. Mi consola il fatto che non sono sola in questi sbagli: siamo tutti, chi più e chi meno, degli analfabeti digitali.
Infine, il colpo di grazia: i nuovi virus, i Cryptolocker, cioè quei virus che rendono illeggibili i nostri file chiedendoci, in cambio, tanti soldi per liberarli. Caro diario, vuoi sapere cosa ho imparato da quest’esperienza? Che la migliore difesa rimane la prevenzione; che per far fronte a simili pericoli bisogna conoscerli. Occorre utilizzare in modo consapevole e ponderato le nuove tecnologie digitali, aggiornando tutti i programmi ed arricchendo le nostre conoscenze. Se tutto quello che è stato illustrato è vero, penso che non siano più giustificabili lacune di questo tipo, soprattutto tra coloro che lavorano con i dati degli altri. Che giornataccia! Finalmente ritorno a casa e, come al solito, mi metto un attimo davanti al computer prima di cena, questa volta però mi accorgo che è cambiato qualcosa nel mio modo di vedere la realtà. Scorro la home di Facebook e quelli che condividono ogni momento della propria giornata iniziano a sembrarmi dei grandissimi incoscienti, come lo sono stata anche io in un tempo non così remoto. Sto per caricare una foto ma prima di premere quel “condividi” esito per un attimo. Mi fermo. Ci ripenso. Stasera non condivido proprio un bel nulla! La lezione di oggi mi è bastata!
I-Forensics Team
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