Anche le Bufale usano Whatsapp

Articolo pubblicato su  "www.isernianews.it"  il   25-03-2018

WhatsApp-BUFALA

(A bocca aperta sullo smartphone)

Messaggi, emoticon, gif, memes, tutta la vita di oggi gira in linea con i ritmi frenetici delle applicazioni di messaggistica istantanea. Un appuntamento di lavoro, i compiti di scuola, la prenotazione in pizzeria, perfino un semplice ‘ti amo’, trovano strada e conferma sui canali chat e, in modo particolare, su quella più utilizzata dalle persone: Whatsapp.

Sempre più spesso, però, l’utilità di quest’app viene offuscata da comunicazioni false e ingannevoli a limite dell’assurdo; notizie capaci di provocare angoscia e preoccupazione tra le persone. Molte di queste (conosciute come ‘Fake news’, ‘Hoax’ o ‘Bufale’) danno vita ad interminabili ‘Catene di Sant’Antonio’ sugli smartphone degli utenti. Si diffondono in modo talmente capillare e veloce da congestionare lo stesso traffico dei dati mobile e finiscono col trasformarsi nel principale veicolo comunicativo di vere e proprie truffe e infezioni telematiche; tranelli costantemente alimentati dalla ingenuità e dalla sprovvedutezza delle persone. Così, tra un ‘ciao’ e un ‘buongiorno’ ecco arrivare messaggi che promettono di ricaricare il cellulare se condivisi; che avvisano di una fantomatica tecnologia ‘Ultra-Light Wifi Feature’ che permetterebbe di collegarsi al web senza alcun abbonamento dati, ma semplicemente scaricando un’applicazione (in realtà un virus) per sfruttare un (fantomatico) segnale wireless diffuso da Facebook; quelli che offrono buoni sconto e voucher per spese su grandi store come Amazon, Ikea o Adidas, o in grandi catene di supermercati come Conad e Lidl, tutti col solito link da cliccare per scaricare l’ennesimo virus informatico capace di rubare e cancellare dati dal telefonino.

Non possono mancare quelli di protesta (contro i 35 euro che l’Enel inserirebbe in bolletta per recuperare il credito dei morosi) o quelli finalizzati a raccogliere firme per referendum di iniziativa popolare (sulla legittima difesa della casa e dei beni) o soldi per associazioni umanitarie e casi umani. Poi ci sono quelli a dir poco fantascientifici, degni di un film di Steven Spielberg: dagli avvisi di imminenti raggi cosmici capaci di incenerire ogni elettrodomestico in funzione sulla terra, a misteriosi messaggi mistici ricevuti dall’aldilà o direttamente da altre civiltà aliene, contente anch’esse di comunicare allegramente via Whatsapp con l’umanità tutta. Anche la NASA, l’agenzia spaziale americana, si sarebbe divertita a collaborare con gli sviluppatori dell’app, creando un curioso messaggio: una spirale che ricorda molto quella del DNA, con mele verdi e blu che cambierebbero di posto ad ogni nuova condivisione, e che, una volta ricevuto, permetterebbe di essere condiviso soltanto con altri quattro contatti. Infine, come non ricordare i messaggi mandati direttamente dalla redazione di Whatsapp; dai suoi direttori (?), tali Andy e John, che con garbo ed educazione comunicano agli utenti la trasformazione dell’app in un servizio a pagamento (di 1 euro al mese), a causa di ‘sconsiderati cattivoni, colpevoli di aver aperto più account, facendone, così, rimanere liberi soltanto poche migliaia.’; o quello che invita gli utenti a cancellare tutte le foto del proprio profilo per almeno 20 (‘meglio se 25 giorni.’) per evitare che terroristi dell’ISIS possano servirsene ‘per scopi terribili e spaventosi’.

Insomma, un elenco che potrebbe continuare ancora per molte, moltissime righe e che dipinge, in modo davvero preoccupante, un’utenza ‘rincretinita’ (lasciateci passare il termine) dall’uso delle nuove tecnologie telematiche. La condivisione di simili scempiaggini avviene, ormai, automaticamente. Sono ancora pochi coloro che pensano prima di premere il tasto ‘invia’, che cercano sui motori di ricerca o sui siti ‘Antibufala’ la fonte delle notizie che ricevono; troppi quelli, invece, pronti a credere sulla loro genuinità e serietà, per il solo fatto di provenire da una fonte ‘certa’ e ‘affidabile’: Whatsapp.

I-Forensics Team

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