La Geolocalizzazione
Articolo pubblicato su "Il Quotidiano del Molise" del 27-04-2015
Fonte Immagine: http://tech.fanpage.it/
Al giorno d’oggi è possibile conoscere DOVE si trova fisicamente qualsiasi dispositivo digitale e, di conseguenza, in quale posto del pianeta terra il suo proprietario-utilizzatore sta comodamente seduto sorseggiando un caffè o gustando un gelato al cioccolato!
Se si cerca su Google il termine “Geolocalizzazione”, Wikipedia ne dà la seguente definizione: “Identificazione della posizione geografica nel mondo reale di un dato oggetto, come un telefono cellulare o un computer, utilizzando diverse tecnologie”. Le tecnologie di cui parla Wikipedia si basano o su segnali radio (in questo caso, si parla di “radiolocalizzazione”) o su cavi, e sono costituite principalmente dai GPS, dai ponti ripetitori dei cellulari e dalle reti WiFi (o Wireless) connesse ad Internet.
Per capire dove si trova un dispositivo, i GPS utilizzano i segnali radio inviati dai satelliti; i ripetitori dei cellulari permettono di analizzare la potenza del segnale radio di ogni stazione base (la c.d. “cella telefonica”) a cui si è collegato il dispositivo; mentre per le reti wireless (ed Internet) si analizza l’indirizzo IP assegnato dal Service Provider (l’ISP). L’IP è una sequenza numerica che qualsiasi dispositivo, collegato ad una rete, deve necessariamente avere per essere raggiungibile ed univocamente identificabile all’interno della stessa. Esso costituisce anche quella traccia, quell’impronta che lasciamo ogni volta che si visita un sito, si scarica un file o si compie ogni altra operazione digitale!
Con questa premessa è facile capire che, nella nostra società così tecnologicamente avanzata, si è sempre in qualche modo geolocalizzati, grazie anche al fatto che la maggior parte di noi porta sempre con sé Smartphone che permettono di collegarsi ad Internet da ogni posto! In molti casi, la geolocalizzazione è necessaria ed inevitabile: è il caso del navigatore che diventa utile per raggiungere agevolmente una destinazione a noi sconosciuta.
In altri frangenti, però, può costituire una violazione della nostra privacy, soprattutto quando la nostra posizione viene trasmessa a nostra insaputa: è il caso di alcune App, soprattutto giochi, che attivano automaticamente il GPS dello Smartphone! Altre volte, siamo noi stessi a geolocalizzarci, soprattutto su Facebook ed Instagram, comunicando esattamente il luogo in cui ci troviamo o in cui è stata scattata quella specifica foto! Quest’ultima “moda” risulta particolarmente pericolosa poiché potrebbe esporci a tutta una serie di pericoli reali, come aggressioni o furti. Chiunque ci segue su Internet viene a conoscere, in tempo reale, esattamente dove ci troviamo e potrebbe progettare dei veri e propri agguati o delle truffe a nostro nome oppure furti nelle nostre case, rimaste incustodite! Grazie a quella che viene chiamata “geolocalizzazione volontaria” i criminali non hanno più bisogno del basista (il c.d. “Palo”), cioè di colui che ha il compito di raccogliere quante più informazioni possibili per commettere il crimine senza prendervi materialmente parte! Essi possono contare su un ignaro alleato molto più meticoloso nel fornire loro preziose informazioni: NOI STESSI!
Cosa fare, dunque, per evitare di diventare complici, seppur inconsapevoli, di delinquenti senza scrupolo? Innanzitutto evitare di condividere volontariamente la nostra posizione: godiamoci tranquillamente le nostre gite e le nostre vacanze! Facebook può attendere, non scappa mica! Inoltre, è consigliabile anche disattivare il GPS dei nostri cellulari quando non ne abbiamo davvero bisogno: in questo modo bloccheremo applicazioni “spione” che tentano di inviare informazioni sulla nostra posizione attuale a destinatari la cui identità non ci è del tutto chiara!
Occorre sempre ricordare, infatti, che la nostra privacy è costituita anche dai dati di geolocalizzazione, che sono dati importanti e che, pertanto, non devono essere assolutamente sottovalutati!
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I-Forensics Team