Alla ricerca del cellulare perduto
Articolo pubblicato su "Il Quotidiano del Molise" del 03-08-2015
Fonte Immagine: http://notiziein.it/
In queste caotiche giornate estive, fatte di viaggi, di tuffi e di barbecue, può capitare di perdere il nostro inseparabile Smartphone, il quale può, addirittura, essere oggetto di furto!
Molti non custodiscono adeguatamente il proprio telefonino ma, abituati dalla sua “portatilità”, sono soliti lasciarlo praticamente dovunque, dimenticando perfino di averlo addosso. Cosa fare in questi casi?
Innanzitutto occorre mantenere la calma e capire se lo abbiamo semplicemente lasciato da qualche parte o se ci è stato sottratto. In entrambi i casi è utile sapere che ogni cellulare è dotato di un apposito codice che lo identifica sulla rete telefonica mobile e che è salvato in una memoria permanente del dispositivo. Questo particolare numero prende il nome di “IMEI” (acronimo di “International Mobile Equipment Identity” ed identifica univocamente un terminale mobile. In altre parole, ogni cellulare ha un suo proprio ed unico IMEI e non esistono, in tutto il mondo, due telefonini con lo stesso IMEI! Il codice è composto da 15 cifre, suddiviso in 4 parti: le prime sei indicano la c.d. “TAC” (“Type Allocation Code”) ed identificano la casa costruttrice ed il modello del telefonino; le successive due rappresentano il “FAC” (“Final Assembly Code”) e segnalano il luogo di costruzione o di assemblaggio del prodotto; le sei cifre a seguire indicano, invece, il numero di serie del cellulare; e l’ultima, conosciuta come “SP” (“Spare”) o “CD” (“Check Digit”) è un numero utilizzato per verificarne la correttezza.
Alcuni numeri IMEI sono, invece, costituiti da 16 cifre: l’ultima parte è composta da due numeri (detta “SV” – “Software Version”) ed indica la versione del firmware dell’apparecchio. L’IMEI è riportato sulla scatola d’acquisto del dispositivo (da conservare sempre con cura!) ed è possibile visualizzarlo digitando sul proprio Smartphone “*#06#”.
Questo codice è importante perché viene trasmesso sulla rete dell’operatore telefonico non appena il cellulare effettua una chiamata. In caso di furto, quindi, l’IMEI del cellulare rubato può essere comunicato al proprio operatore che lo inserisce in una particolare banca dati (detta “Black List”) e condivisa fra tutti gli operatori italiani di telefonia mobile. In questo modo, anche se il ladro utilizza una diversa scheda telefonica (la c.d. “SIM”), è sempre possibile individuare l’esatta posizione del cellulare e bloccarne le funzionalità rendendolo praticamente inservibile!
Anche se l’IMEI può essere modificato, tale operazione, per la sua complessità, richiede delle particolari conoscenze e specifiche strumentazioni tecniche (non proprio alla portata di tutti!). Nella maggior parte dei casi, quindi, esso non viene alterato e permette di rintracciare il cellulare perduto.
Un altro grande aiuto ci è dato dal sistema operativo utilizzato dallo Smartphone. Android (ma la stessa cosa può dirsi per gli Iphone) permette, tramite l’“Account Personale Google”, di rintracciare il proprio cellulare, di inviargli uno squillo ed anche di bloccarlo. Il sistema funziona anche se il GPS è stato disattivato, poiché si serve della rete dati mobile per individuare e controllare lo Smartphone in qualunque parte del mondo esso si trovi! Esistono anche diverse app (come “Trova il mio Telefono”) che permettono la sua geolocalizzazione rendendo la vita particolarmente difficile ai ladri e semplificandola agli smemorati!
Ovviamente, ad un furto deve seguire anche una regolare denuncia presso le forze dell’ordine e, in quel frangente, è consigliabile portarsi dietro la scatola d’acquisto dello Smartphone e tutta la documentazione della Scheda SIM che il rivenditore ci ha rilasciato quando è stata acquistata ed attivata la carta.
Quanto raccontato in questo breve articolo dovrebbe far riflettere perfino sugli acquisti degli Smartphone: in rete, sulle bancarelle o nei negozi che non sono rivenditori autorizzati di grandi compagnie telefoniche note, è facile trovare telefonini di ultima generazione venduti a prezzi stracciati. In questo caso, c’è il rischio di acquistare merce rubata o proveniente da attività illecite e successivamente “rigenerata” (violando l’art. 712 c.p., “Acquisto di cose di sospetta provenienza”), con tutte le spiacevoli conseguenze che ne possono derivare!
Il nostro consiglio, pertanto, è quello di acquistare sempre e solo da negozi noti e di fiducia, meglio ancora se rivenditori autorizzati, anche se questo significa pagare un po’ di più il nostro Smartphone!
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I-Forensics Team