Il “One Finger Challenge”
Articolo pubblicato su "www.isernianews.it" il 24-12-2017
(L’importanza dell’Indice)
Che le nuove tecnologie abbiamo generato, oltre che grandi opportunità, anche nuove patologie e stranezze c’era da aspettarselo. È innegabile che la possibilità di poter disporre costantemente di una fotocamera digitale, compatta e maneggevole, da utilizzare al volo per immortalare i momenti più belli della vita, abbia finito con l’alimentare quell’indole narcisistica presente in ognuno di noi. I cosiddetti selfie hanno invaso Internet e, di conseguenza, il mondo. Li troviamo praticamente ovunque: su Facebook, su Instagram, su Whatsapp, su Snapchat, laddove tutti son pronti ad immortalarsi pur di far vedere al prossimo dove si trovano, quanto sono felici e come sono ‘fighi’ sul posto di lavoro, in palestra o prima di uscire per una cena galante. Un’ossessione.
Un vizio utilizzato soprattutto per ‘ribattere’ al post dell’antipatica di turno che (accidenti a lei) è andata a passare il Natale ai Caraibi. Psichiatri e psicologi parlano, ormai, di una nuova malattia, la ‘selfite’, un disturbo ossessivo-compulsivo di cui soffre la maggior parte della popolazione dei social, soprattutto giovani e donne. Per l’équipe della Nottingham Trent University, questo ‘disordine dismorfico del corpo’, sottovalutato da molti e ben cinque volte più diffuso dell’anoressia, consisterebbe nel preoccuparsi continuamente e ossessivamente del proprio aspetto fisico, percependo imperfezioni che altri, invece, non vedono. Da qui, la continua voglia di autoritrarsi per (meglio) controllare se si è ‘passabili’ agli occhi degli altri o se bisogna immediatamente correre ai ripari con spazzola, ombretti e fard. In molti casi, non è il viso ad essere ritratto, ma altre parti del corpo, soprattutto ‘intime’.
Ecco, allora, che il selfie si trasforma, diventa altro, assumendo un nuovo nome e un nuovo significato. Il ritratto e l’invio del proprio corpo nudo ha finito con il generare, a sua volta, altre mode ancor più strane e bizzarre. L’ultima sembra nata prendendo a modello i disegni di un manga giapponese: il ‘One Finger Challenge’ (la ‘sfida dell’unico dito’). La sfida (perché è di una vera e propria sfida che si tratta) consiste nel fotografarsi completamente nudi, davanti ad uno specchio, coprendo le proprie intimità soltanto con il dito indice della mano. Per un gioco di prospettiva, il dito, correttamente posizionato, riesce a coprire sia i capezzoli che le parti genitali. Nonostante nella One Finger Challenge’vi possano partecipare anche i maschietti, sembra che questa particolare gara sia disputata soprattutto da ragazzine appena adolescenti. In realtà, la sfida non si svolge tanto tra gli utenti, ma contro gli algoritmi censori delle piattaforme social, che hanno il compito di cancellare automaticamente immagini in cui sono ritratti corpi nudi, scene di sesso e di violenza. La posizione del dito e l’uso dello specchio permettono di bypassare i controlli, poiché consentono di coprire (in qualche modo) le parti intime del soggetto ritratto.
Socialmente parlando, l’Ofc è un altro bislacco e disperato tentativo di apparire, di distinguersi dal resto della massa digitale e di essere ‘digitalmente contemporanei’, dimostrando quanto si è arditi e spudorati. Dal punto di vista della sicurezza informatica, invece, la One Finger Challenge costituisce l’ennesima prova di quanto sconsiderato, avventato e superficiale sia l’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei giovanissimi. Un atteggiamento che può costar caro e che può produrre conseguenze dannose e concrete, soprattutto per la ricerca di un futuro lavoro e per le stesse relazioni sociali. Simili comportamenti finiranno col compromettere sia la privacy che la reputazione digitale della ragazza, la cui immagine potrà essere riutilizzata da cybercriminali per porre in essere truffe ed estorsioni a suo nome. È consigliabile, allora, che i genitori imparino a vigilare sul corretto utilizzo di Internet e degli smartphone, sensibilizzando i giovani al rispetto della loro immagine, del loro corpo e della loro sessualità. Occorre rendere tutti consapevoli di come una semplice goliardata telematica sia in grado di rovinare seriamente la vita di un individuo. Per evitare che il Natale porti brutte sorprese, siate coscienziosi e attenti. Auguri.
Forensics Team